Attraverso questa guida esploriamo i 3 elementi da conoscere per capire davvero come coltivare cannabis indoor con soddisfazione
Coltivare canapa indoor è un processo semplice se si ha l’accortezza di seguire metodi che consentono di ottimizzare le risorse di tempo e spazio dedicate alla coltivazione.
Quando si parla di “cbd indoor” ci si riferisce alla coltivazione di varietà di piante che nelle infiorescenze presentano elevato contenuto di CBD e valori controllati di THC.
Per massimizzare la resa e non incappare in intoppi o delusioni è dunque necessario conoscere e controllare 3 fattori: le varietà biologiche, le apparecchiature (strumenti tecnici) e gli strumenti biologici.
Il tempo gioca un ruolo fondamentale nella pianificazione e gestione della coltivazione indoor della canapa e per l’appunto tempi di crescita e maturazione dipendono dai tre fattori sopra elencati e in particolare:
Vediamo in dettaglio cosa conoscere e come gestire le scelte relative a questi elementi che condizionano la riuscita della coltivazione della canapa light indoor.
Il primo fattore fondamentale da tenere in considerazione per la coltivazione della cannabis indoor è la scelta dei semi. Come ogni varietà di pianta, anche quella di cannabis presenta molte differenze tra una specie e l’altra; queste diversità influenzano fattori determinanti come le dimensioni, i tempi di crescita e fioritura, la manutenzione necessaria.
Piantare un seme senza sapere di che varietà si tratta può essere una scelta poco efficiente sia per coltivazioni professionali che per coltivazioni amatoriali.
Nel caso di coltivazioni professionali di larga scala, piantare un seme senza conoscerlo potrebbe comportare crescere una pianta le cui caratteristiche non si adattano alle condizioni climatiche dovendo poi fare largo ricorso a prodotti fitosanitari per proteggere la pianta dall’aggressione di molti agenti patogeni esterni.
Nel caso di coltivazioni indoor o comunque amatoriali, conoscere la varietà di seme di cui prendersi cura significa essere sicuri di poter gestire le piante anche a livello di spazio. Alcune varietà richiedono spazi di coltivazione più ampi proprio in virtù delle dimensioni raggiunte nella fase di massimo sviluppo della pianta.
In generale possiamo individuare questa macrodifferenza: piante indiche o a dominanza indica sono piante piccole con cicli di vita più brevi (ciclo di fioritura di 45-55 giorni e altezza massima di circa 1mt) piante sative o a dominanza sativa sono piante più grandi con cicli di vita più lunghi (ciclo di fioritura 120 giorni circa e altezza massima che può arrivare a 2,50mt).
Chiarita la centralità delle varietà genetiche passiamo ad esaminare in dettaglio gli strumenti, la cassetta degli attrezzi che è necessario conoscere e avere a disposizione per coltivare cannabis indoor:
Il controllo sull’ambiente dove avverrà la coltivazione delle piante è uno dei fattori fondamentali per la riuscita del progetto. Le grow box, letteralmente scatole di coltivazione, sono spazi di differenti misure che hanno lo scopo di creare un ambiente dove tutti i parametri vitali per la pianta possono essere controllati e ottimizzati: Temperatura, umidità, ventilazione, ricircolo d’aria.
Oltre a questo fattore tecnico, le grow box sono un ottimo strumento utile a circoscrivere in modo discreto e funzionale lo spazio dedicato alla coltivazione indoor della marijuana: sono disponibili tantissimi modelli che corrispondono a esigenze di spazi e caratteristiche tecniche differenti. A prescindere dalla grandezza e dal materiale di composizione, un elemento può risultare determinante in positivo per il buon funzionamento della grow box: la presenza di finestre.
Questo elemento, spesso trascurato come parametro di scelta di una box rispetto ad un’altra, risulta invece determinante perché permette di osservare la coltivazione e limitare al massimo ingressi e uscite dalla grow box. Proprio questo aspetto può essere fondamentale dato che continue manipolazioni, ingressi e uscite dalla grow box sono in grado di annientare il vantaggio competitivo della coltivazione indoor, che è lavorare in ambiente asettico. Qualora questo non sia possibile, potrebbero verificarsi contaminazioni e quindi obbligo di ricorrere a uso di fitofarmaci in grado di contrastare gli agenti patogeni che aggrediscono le piante.
Il vaso è un aspetto molto importante per la salute della radice e quindi della pianta. A radici forti e grandi corrispondono piante forti e grandi.
Generalmente i consigli per la coltivazione indoor indicano di non sacrificare le piante in vasi troppo piccoli per consentire alle piante di sviluppare un sano e regolare apparato radicale.
Facciamo un po’ di chiarezza e individuiamo tre caratteristiche di cui tener conto nella scelta: colore, forma e dimensione.
Colore: si possono generalmente trovare vasi di colore nero e di colore bianco.
Forma: La forma del vaso ha un’importanza non trascurabile ed è importante fare alcune precisazioni soprattutto in caso di coltivazioni amatoriali indoor.
Negli ultimi anni sono entrati nel mercato anche vasi in geotessuto, costituiti da materiali non rigidi in grado anch’essi di ridurre notevolmente il fenomeno di spiralizzazione delle radici.
Dimensioni: Anche la dimensione del vaso assume importanza centrale: in caso di vasi grandi con piante piccole sarà notevolmente ridotta la possibilità di evapotraspirazione (passaggio dell’acqua dalla terra all’atmosfera). Il risultato è una gestione difficoltosa dell’ecosistema terra dato che si avranno irrigazioni su un quantitativo di terreno non idoneo alla crescita pianta.
La scelta del vaso dipende molto dalla durata del ciclo vegetativo e quindi dalla grandezza della pianta. Per piante indiche o a dominanza indica, quindi piante piccole, si useranno vasi di misure contenute (ad esempio 10cmx15/20 cm di altezza).
Per piante sative o a dominanza sativa, caratterizzate da lunghi cicli di vegetazione si prediligeranno vasi più grandi (ad esempio 30cm x 40cm di altezza)
Ultimo fattore fondamentale nella scelta del vaso è la presenza dei fori di drenaggio. Questa presenza, infatti, può essere presa come valido elemento per riconoscere un vaso di buona qualità. I fori sul fondo consentono il drenaggio dell’acqua garantendo una buona ossigenazione, fattore determinante per scongiurare l’insorgenza di ipossia e proliferazione di pericolosi funghi in grado di attaccare la pianta danneggiandola.
L’umidità è quel parametro che regola il passaggio dell’acqua (quindi di nutrienti) dalla terra alla pianta ed è un fattore fondamentale da tenere sotto controllo per coltivare la cannabis indoor senza incappare in fallimenti.
Riassumiamo qui sotto le due condizioni opposte che possono verificarsi in merito ai livelli di umidità:
Entrambe le circostanze sono da evitare e possono facilmente essere individuate tramite l’osservazione: una riduzione nello sviluppo della pianta, la comparsa di macchie sulle foglie o la presenza di acari e insetti sono tutti sintomi riconducibili a livelli scorretti di umidità relativa.
La ventilazione è fondamentale quando si coltiva cannabis indoor. Il ricambio di aria ha effetti positivi su:
Monitorare e controllare la temperatura presente all’interno di un ambiente di coltivazione è fondamentale: proprio questo parametro è infatti tra i principali responsabili della regolazione della maggior parte dei processi fisiologici della pianta.
Solitamente la temperatura ideale di crescita è 26-28 C° durante la fase diurna e 17-19 C° nella fase notturna ed è importante che si tenda sempre a rispettare questa differenza di temperatura.
In linea generale è necessario ricordare che più ci si allontana dai valori ottimali di temperatura e più diventa difficile ottenere livelli di crescita e produzione ottimali della pianta in termini di raccolto.
Per la misurazione della temperatura nei luoghi di coltivazione è possibile utilizzare misuratori classici mentre per il controllo generalmente vengono utilizzati dei termostati collegati a condizionatori in grado di modificare le temperature secondo necessità.
La luce è un fattore di fondamentale importanza per la produzione della CBD indoor.
La quantità di fiori prodotti, infatti, varia a seconda di quantità di luce che viene immessa nel sistema.
Ci sono due fattori da tenere in considerazione nella scelta delle lampade per la coltivazione indoor:
È possibile distinguere tre macro categorie di lampade, ognuna con caratteristiche diverse:
Accanto agli strumenti tecnici, gli “attrezzi del mestiere”, ci sono naturalmente altri elementi centrali per coltivare marijuana indoor: il terriccio e i nutrienti con cui arricchire l’ambiente di crescita delle nostre piante.
Per coltivare cbd indoor con soddisfazione è necessario investire in un terriccio di buona qualità. Ecco alcuni elementi che deve presentare:
Altro elemento fondamentale è il ph: i valori ottimali che permettono alla pianta livelli massimi di assorbimento di tutti i macro,meso e micro minerali presenti nel suolo oscillano tra 6,2 e 6,5
Se vogliamo raccolti soddisfacenti, le nostre piante devono disporre dei nutrienti giusti e coltivando in vaso dovremo per forza prevedere di aggiungere nutrienti.
Solitamente possiamo individuare 3 tipi di soluzioni nutritive che dipendono dalla fase di vita in cui si trovano le nostre piante indoor: